" LA METAMORFOSI DELLA FARFALLA "

Giardino delle farfalle di Cessapalombo (MC)
Giardino delle farfalle di Cessapalombo (MC)

 

Era ormai giorno e la nostra piccola farfalla aprì gli occhi, si stiracchiò le ali, annusò il vento, guardò per un breve istante il sole, e poi si mise in volo, alla ricerca del nettare dei fiori.
Era proprio una bellissima farfalla, dalle ali coloratissime.
Chi l'avrebbe detto, che fino a pochi giorni prima, era stata un bruco peloso?
"Non è possibile !",  diranno i nostri piccoli amici, bambini.
È invece sì !   Adesso vi racconto, per filo e per segno, quello che successe.
Il piccolo bruco era uscito da un uovo, e se ne andava in giro a nutrirsi di verdura, di foglie tenere. Era così contento e pensava che quella sarebbe stata tutta la sua vita. Invece lo aspettava un destino diverso.
Un bel giorno sentì uno strano richiamo arrivargli da dentro.
Subito, subito non ci fece caso, ma quel richiamo si fece più forte, e ancora più forte, fino al punto che non poté proprio più ignorarlo.
E allora, ubbidendo a quel richiamo, si mise a produrre un filo, che pian piano si passò attorno, fino ad avvolgervisi completamente.
Chiuso nel suo bozzolo, si addormentò.
Al suo posto forse noi ci saremmo ben preoccupati:
"Ma cosa sto facendo?", ci saremmo chiesti.
"Perché mi chiudo qui dentro?".
"E respirerò?".
"E se avrò fame?".
Quante domande ci saremmo fatti, preoccupati e impauriti.
Il bruco invece non se ne era fatta nessuna.
"Se quella voce mi dice di fare così, avrà le sue buone ragioni", si era semplicemente detto. Poi si era messo a filare per costruire la sua nuova casetta.
Ma non crediate che la cosa finisse lì!
Nei giorni seguenti il nostro bruco sentì che stava succedendo qualcosa di importante.
Avvertiva strani movimenti dentro e gli sembrava di non riconoscersi più.
Cos'altro stava capitando? Sì, era sempre lui, era lui che avvertiva tutto, si sentiva lucido come prima nella sua mente, eppure non era più quello di prima. Ma non dipendeva da lui, e sentiva che non poteva fare altro che acconsentire di buon grado, affidandosi alla saggezza che si stava esprimendo in lui.
Certo, avrebbe potuto lottare, cercare di contrastare quella trasformazione, ma non sarebbe servito a niente.  No, a una cosa sarebbe servito: a farlo stare male nella sua pelle, a provare tormento, paura.
Così lui lasciò fare, e basta .
Di lì a poco, mentre avvertiva che qualcosa di grosso doveva essergli successo, sentì un nuovo richiamo, questa volta era l'invito ad uscire dal suo bozzolo.
Così lo aprì e cercò di uscire.
Il primo impulso fu quello di stiracchiarsi.
Ma cos'erano quelle specie di grandi braccia, piatte, colorate e quasi trasparenti?  E a cosa servivano?
L'antica saggezza lo spinse a muoverle ripetutamente e, col fiato in gola, si accorse che volava, volava davvero.
Ma come, lui che aveva sinora quasi strisciato, che doveva arrampicarsi a fatica sui rami degli alberi per riuscire a guardarsi intorno, ora volava ?!
Tutto quel primo giorno lo passò a volare, sentendosi leggero e felice.
Felice lo era stato anche prima, ma ora...
Venne la sera e la nostra farfalla - così ora veniva chiamata - si addormentò sotto le stelle.
Non sapeva se ci sarebbero state ancora altre trasformazioni, ma era proprio contenta, così contenta... Viva e contenta...
                                                                                                    Luciano Galassi

 

UNA FARFALLA A CESSAPALOMBO

( Filastrocca omaggio... )

 

Una farfalla volava un bel giorno

sopra il Giardino di Cessapalombo.

 

Era bellina, dalle ali a macchiette,

erano cinque, o forse sei, sette.

 

Volava da tanto, scrutando ogni fiore

cercando per sé il posto migliore.

 

Video il Giardino e si mise a pensare

che era un bel posto per potersi fermare.

 

Il Giardino era lindo, verde e curato,

con tanti bei fiori … quasi incantato.

 

Cercò un angolino per riposare,

passare la notte e poi ripartire.

 

La notte passò con un sonno gentile

e la mattina riprese a volare.

 

Guardandosi intorno vide tante farfalle

bianche, marroni, e tre pure gialle.

 

Così fece amicizia e a lungo restò

e i giorni più belli proprio lì li passò.

 

Giocarono tanto e per chiudere il giorno …

fecero pure un bel girotondo.

 

Fecero pure un bel girotondo …

nel Giardino delle Farfalle di Cessapalombo !

 

Luciano Galassi

 

(lunedì, 21 maggio 2012)