LA SABBIA D'ORO CI HA PORTATI DA VOI

 

  LA SABBIA D'ORO CI HA PORTATO  DA VOI   

   (Incontrare chi è diverso da noi)   

 

   di Luciano Galassi    

 

C'era una volta tanto tempo fa un piccolo paese di case bianche proprio vicino a un deserto. Tre bambini stavano giocando vicino a una palma. C'era una bambina di otto anni, che si chiamava Rosafiorita,  suo fratello di sei anni, che si chiamava Bocciolino e il loro amico Ombradimelo, che aveva otto anni.  

Stavano giocando tranquillamente quando piano piano si alzò il vento, un vento caldo che veniva dal deserto e che portava con sé una nuvola di sabbia dorata.

I tre bambini non si preoccuparono troppo per quel vento e quella sabbia a cui, da tanto tempo, erano abituati.

Lentamente la nuvola di sabbia dorata arrivo proprio vicino vicino, e il vento sembrava quasi aver voglia di giocare con loro.

Il vento e la sabbia si misero a girare intorno ai tre bambini e, lentamente, li avvolsero. I bambini non riuscivano a vedere più niente intorno al loro, ma sembravano quasi divertiti da quel nuovo gioco.

Piano piano il vento li sollevò portandoli in alto insieme alla sabbia.

Il vento soffiò a lungo, e soffiò, soffiò...

Bocciolino, Rosafiorita e Ombradimelo, sembravano così contenti di volare.

La nuvola di sabbia dorata li portò lontano e poi, lentamente, li fece scendere di nuovo a terra.

" Dove saremo capitati? ", domandò Ombradimelo.

" Non saprei proprio ", rispose Rosafiorita.

I tre bambini si guardarono intorno mentre la sabbia lentamente svanì.

Si trovarono allora nella piazzetta di un paese sconosciuto e videro degli altri bambini che stavano giocando.    

" Chi saranno quei bambini ?", chiese Bocciolino.

"Cercheremo di scoprirlo", gli disse Rosafiorita.

Gli altri bambini si erano intanto accorti dei tre nuovi arrivati e una di loro, di nome Simona, disse agli altri: "Ci sono dei bambini sconosciuti. Chissà da dove vengono ? Guardate, guardate come sono vestiti".

Dovete sapere che Ombradimelo, Rosafiorita e Bocciolino portavano delle tuniche bianche lunghe quasi fino ai piedi, come si usava nel loro paese, mentre gli altri bambini erano vestiti come si usa, per esempio, in Italia.

"Sarà interessante conoscerli", disse Paolo.

"Sono d'accordo con te", aggiunse Sergio.

"Ma cosa dite ? Ma cosa dite ?", gridò Simona. "E se fossero cattivi ?", seguitò.

"Non lo sapremo mai se non cercheremo di conoscerli", le rispose Elisabetta.

"A me sembrano simpatici e ho voglia di andarci a parlare", aggiunse Elisabetta.

"Sono d'accordo anch'io", dissero insieme Paolo e Sergio.

"Siate prudenti, siate prudenti", intervenne Simona.

"Ciao bambini", li salutò Elisabetta.

"Da dove venite ?", domandò Paolo.

"Siamo venuti qui a cavallo di una nuvola di sabbia dorata. Stavamo giocando tranquillamente e il vento ci ha portato nel vostro paese", rispose Rosafiorita.

"Come mai portate quelle tuniche bianche ?", domandò Sergio.

"Perché si usa così al nostro paese", rispose Ombradimelo.

"Ma nel vostro paese i bambini giocano come noi ?", chiese Elisabetta.

"Certamente. Anche noi abbiamo i nostri giochi", le rispose Ombradimelo.

"Ma non saranno belli come i nostri", disse la solita Simona.

"Ma come facciamo a giudicare se non conosciamo ancora i loro giochi ?", la fece stare zitta Paolo.

"Prima di addormentarvi la mamma vi dà il bacio della buona notte ?", domandò Paolo.

"Certamente", dissero tutti insieme Bocciolino, Ombradimelo e Rosafiorita.

"E quando siete tristi, cosa fate ?", domandò ancora Paolo.

"A volte cantiamo, qualche volta ci scende una lacrima, e qualche altra volta ci facciamo consolare dalla nonna", gli rispose Ombradimelo.

"Proprio come noi. Proprio come noi", disse tutto d'un fiato Sergio.

Sergio, Paolo e Elisabetta si erano fatti sempre più vicini a Bocciolino, Ombradimelo e Rosafiorita. Soltanto Simona continuava a rimanere un po' più lontana.

I bambini dopo questi primi momenti iniziarono a sorridersi, si dissero i loro nomi e si misero seduti su una scalinata.

Era passato così poco tempo ma avevano già fatto una prima amicizia.

"Io ho in tasca delle caramelle", disse Ombradimelo, "Ne volete un po' ?", aggiunse.

"E se non fossero buone ? E se ci facessero male ?", intervenne Simona.

"Ne mangerò una io per primo, così vedrete che sono proprio buone", le rispose Ombradimelo.

"Non fateci caso, non fateci caso", disse Elisabetta, "Vedrete che poi anche lei saprà essere una simpatica amica".

"Penso proprio che sarà così", disse Ombradimelo.

Più il tempo passava e più le paure sembravano svanire mentre la curiosità cresceva.

“Com’è il vostro Dio ?”, domandò Elisabetta.

“Per noi è come un papà buono, che ci aiuta e ci vuole bene”, risposte Rosafiorita.

“Ma è proprio come il nostro”, si sorprese Paolo. “Proprio come il nostro”.

"Avete qualche canzoncina del vostro paese da farci sentire ?", domandò Sergio.

"Certamente", rispose Rosafiorita. "Noi viviamo vicino al deserto e così vi canterò una canzoncina che ho inventato io", seguitò.

Si mise allora a cantare.

E’ il vento del deserto

con la sua sabbia fina

che forma ogni collina

e tutto splenderà.

 

I fiori nel deserto

sbocciano all'improvviso

e sembra un paradiso

che tutti incanterà.      

L’acqua nel deserto

è la cosa più preziosa

è una nuvola graziosa

che ce la porterà.

 

La gente del deserto

respira sabbia e vento

eppure ha il cuor contento

e la vita fiorirà.

 

 

"Ma è bellissima", dissero in coro Paolo, Sergio e Elisabetta.

Solo la solita Simona disse piano: "Noi ne sappiamo di migliori".

"Ma la vuoi smettere di fare la guastafeste", le disse Elisabetta. "Noi ci stiamo divertendo, perché non ci provi anche tu ?, aggiunse.

Allora Simona, che sembrava finalmente aver capito che non c'era niente di cui aver paura e che si poteva stare bene insieme, quasi per farsi perdonare disse a Paolo: "Perché non fai sentire loro la filastrocca del signore con il cappello rosso ? E’ proprio bella e vedrai che gli piacerà".

"Va bene, va bene", disse Paolo, che cominciò a cantare, dopo essersi messo in testa un simpatico cappello. 

C’era un signore con un cappello rosso

e che correva, correva a più non posso

sopra il cappello aveva un fiorellino

e un fazzoletto azzurro nel taschino.

 

Quando parlava non si capiva niente

della sua lingua non si sapeva niente

ma se rideva rideva a bocca aperta

così che ognuno apriva la finestra.

 

Ognuno apriva la finestra piano

per osservare un po’ quel tipo strano

e poi vederlo con il cappello in mano

fare un inchino e scappare come un treno.                 

 Cosa facesse  nessuno lo sapeva

e una casa chissà se ce l’aveva

chissà se c’era chi gli voleva bene

perché nel cuore aveva tante pene.

 

E un giorno pianse, pianse forte forte

e tutti quanti gli aprivano le porte

per consolarlo e farlo più felice

e il fazzoletto lavargli in lavatrice.

 

E sorrideva e mangiava un bel gelato

di cioccolata, frutta e mandorlato

era felice pur non avendo niente

tu sai chi sia …..  io non ne so più niente.

 

"È proprio bella, bella davvero",

disse contenta Rosafiorita.

"È vero, è vero", aggiunse Ombradimelo.

“E’ bellissimissima !”, concluse Bocciolino.

"Siamo stati proprio contenti di avervi conosciuti", disse Ombradimelo. "Ma ora è tempo di tornare a casa. I nostri genitori saranno in pensiero", aggiunse.

"Che peccato, che peccato", disse Elisabetta.

"Sarebbe bello che inventassimo un gioco da fare tutti insieme, prima che ve ne andiate", disse Paolo.       

  "Io avrei un'idea", disse Rosafiorita. "Nelle tasche c'è rimasta tanta sabbia del deserto. Potremmo colorarla e fare un bel disegno. Ognuno ne farebbe un pezzetto e così diventerà il segno della nostra amicizia".

"Che bello, che bello !", disse Simona, sorprendendo tutti. "Vado subito a prendere i miei colori", aggiunse, e si mise a correre verso casa.

"Che vi avevo detto ?", disse Elisabetta. "Finalmente si è sciolta anche lei".

I bambini sciolsero i colori portati da Simona, colorarono la sabbia, fecero per terra un disegno con dei gessetti, e poi ciascuno versò la sabbia colorata nel suo pezzetto.

Alla fine venne fuori un bellissimo disegno e tutte le persone che passavano lo guardavano piene di meraviglia.

Dopo un po' tornò il vento del deserto con la sua sabbia d'oro e Bocciolino, Rosafiorita e Ombradimelo salutarono i loro nuovi amici, promisero di scriversi e di rivedersi quanto prima a cavallo della nuvola di sabbia dorata.Si dissero "ciao", chissà quante volte e poi i tre bambini si lasciarono dolcemente portare dalla sabbia del deserto verso la loro casa e prima di dormire pensarono con tanto affetto a Elisabetta, Paolo, Sergio e Simona, i quali  fecero altrettanto.   

Tutti furono proprio contenti della nuova, bella amicizia e pensarono spesso ai loro amici, sperando di rivederli quanto prima.