Oggi non si può che nuotare controcorrente, contro un mondo che ci umilia, ci toglie voce e dignità, che ci aliena e ci spinge verso la disperazione...

Fabbrichiamo gabbie, per il libero volo degli uccelli, mentre abbiamo perso la formula per edificare l’arcobaleno.

E tremiamo di fronte alla gioia e alla libertà, quasi non osassimo superare il confine, sciocco e crudo, che ci è stato assegnato.

Eppure, un tempo, “uomo” era il nome autentico della LIBERTA’ !

Auspico una società in cui, quotidianamente, si parli di benessere e di felicità della gente, piuttosto che di Prodotto Interno Lordo (PIL), dove siano protagonisti i bambini, gli anziani, la Bellezza, i “sogni”, piuttosto che l’aumento della produttività...

C'è qualcosa che sfugge alla nostra cultura - di cui appare del tutto incapace -  ed è la serena percezione di un benessere esistenziale che non ha bisogno di tutto l'armamentario dei beni da possedere, ma che fiorisce nella semplicità dell'esistere ...

Poiché questo nostro mondo ci sta portando, inesorabilmente, verso l’aridità e il “deserto” – visto che ignora la necessità della rigenerazione – vuol dire che c’è qualcosa di inadatto e inopportuno nella nostra visione della realtà, di noi stessi e della vita.

E’ urgente e necessaria un’opera di re-visione globale …

E se ci fosse una gara a chi migliora la Terra, a chi la rende più bella e gioiosa, a chi la rispetta ?

Oppure una gara a chi venga riconosciuto e rispettato dai suoi simili per le sue doti di umanità, anziché gareggiare a chi accumula più potere, ricchezze e capacità di intimorire ?

Mi viene da domandarmi se c'è, oggi, chi ha il potere e la forza di accarezzare il mondo.

Di saccheggiarlo, di usarlo, di strappargli ciò che gli spetta, sicuro.

Come se non fosse la nostra casa, come se non ci riguardasse.

Il nostro è un feroce e disperato mondo di plastica, che non ha più niente da dare, e può solo prendere, ghermire.

Il nostro sguardo è catturato altrove ed il mondo sembra aver perso l'alleanza dell'uomo, la sua passione, la sua attenzione e cura.

Povero mondo, abbandonato, senza più la coralità umana ...

 L'AMARA TERRA

 

 

 

Non ricordo più l'ultima carezza della mano dell'uomo.

 

Neppure i grilli accompagnano più le mie notti,

 

scomparse anche le lucciole,sotto veleni e concimi.

 

Ora mi strappate tutto,

 

mi carpite dall'anima quello che era mia gioia donarvi.

 

Ma la mia amarezza, la mia solitudine, la mia crescente aridità,

 

gli alberi che avete tolto dalla mia pelle, assieme al canto degli uccelli,

 

sono un grido silenzioso e terribile,

 

che accompagnerà i vostri angosciati giorni, le vostre notti solitarie.

 

Di un tappeto splendente di fiori, della operosa generosità,

 

è restato il rantolo del mio cuore straziato.

 

Mandate i bambini tra le mie braccia, a consolarmi il pianto,

 

a riempire il vuoto della vostra antica, perduta presenza.

 

 

 

              Luciano Galassi

 

 

 

"Ovunque la mancanza di una stella, la grande carestia"

 

"Poco a poco, con metodo, ci hanno tolto la luce che avevamo negli occhi quando siamo nati"

 

"Siamo come prigionieri di cui solo il corpo ha il diritto di uscire. L'anima resterà ventiquattr'ore su ventiquattro in prigione: il resto, gli orpelli, sono l'unica cosa libera. Questa società ormai crede solo a se stessa, ossia a niente"

 

                                                             Christian Bobin

 

"Non so quando è accaduto

il massacro

di ciò che è lieve

lento

inerme

sacro"               Franco Arminio

Questo è un mondo
che ti logora di dentro
ma non vedo
come fare

ad essere contro.
Non mi arrendo
ma per essere sincero
io non trovo proprio niente
che assomigli al vero.

 

Ma noi siamo talmente toccati
da chi sta soffrendo
ci fa orrore la fame, la guerra
le ingiustizie del mondo.
Com'è bello occuparsi

dei dolori
di tanta, tanta gente
dal momento che in fondo
non ce ne frega niente.

             Giorgio Gaber


 

UNA GRANDE VOGLIA DI URLARE

 

Urlare contro un mondo che non si sa più che cosa sia, un mondo opulento e tragicamente indifferente, distante. Un mondo svuotato di tutto, e che ti svuota. Un mondo dove più nessuno ascolta, dove tutti parlano al vuoto. Un mondo che va verso il niente, ma vuole andarci "a pancia piena", ben attrezzato, con tutti i comfort e ogni "diritto". Un mondo senza coralità, un mondo disperato e disperante.

Un mondo finto, senz'anima, preconfezionato, precotto, predigerito e senza alcuna sostanza.

Un mondo che ti frulla e ti fa poltiglia, sputandone i resti. Un mondo che ci confeziona e ci vuole così, tradendo e fregandosene di ogni umanesimo. Un mondo che ci deruba la vita, dove non c'è niente che valga, che ci spinge alla rassegnazione, a perdere di vista il valore di essere, di credere, di pensare, di lottare.

 

E noi inchiodati a una realtà sempre più stupida e ottusa, bocche assetate e disperate, che mordono rabbiosamente il niente ...

La parola, da liberatrice è diventata labirintica, come un gorgo, come sabbie mobili ... e depreda l'anima, la rende esausta, svuotata di tutto ...

 

 

GLOBALIZZAZIONE E ALIENAZIONE GLOBALE

"Nessuno oggi, uomo o donna, può mettersi a pensare, sentire od agire se non partendo dalla propria alienazione"

                                                          Ronald D. Laing

 

Il processo della globalizzazione, in cui siamo tutti coinvolti, è il risultato di spinte economiche e tecnologiche e non di un progetto di umanesimo.

Ciò che guidava l'espansione, ad esempio, dell'impero romano, era solo un allargamento del potere, che significava conquista di territori e sfruttamento di uomini e risorse, sfruttamento sostenuto dalla forza e dal terrore, dal sangue.

Che accanto a questo ci fosse anche una diffusione di tecnologie, di legislazione, ecc. era solo un "effetto collaterale".

L'obiettivo dell'attuale globalizzazione non è rendere la vita migliore, più gioiosa e sicura per tutti.

Le forze trainanti, quelle che hanno risorse e strumenti per intervenire e modellare la realtà, sono di natura strettamente economica.

Risorse immense, capitali immensi e sempre più in cerchie ristrette, che hanno un solo obiettivo: moltiplicare all'infinito i capitali, intervenendo in ogni parte del mondo, specie dove si fanno guadagni sicuri e facili. Dunque una sorta di "mostro", con un unico chiodo fisso, e che genera tanti piccoli "mostri", a cui vanno le briciole del lauto banchetto, purché siano allineati.

 

La rete è uno degli strumenti di cui si avvale, insieme ai media, che hanno come obiettivo la creazione del consenso al loro modello.

Perfino la stessa democrazia e tutto il gioco politico, sono una loro efficace stampella.

Quella crocetta sulla scheda ha solo una funzione allucinatoria, che si stempera nel labirinto delle rappresentanze e del gioco istituzionale.

NOI NON CONTIAMO NIENTE, questa è l'amara verità !

Non illudiamoci !

Anche la rete (non dimentichiamo che Internet nasce come strumento al servizio delle strategie e tecnologie militari), al di là delle ricche opportunità, è parte del sistema alienante che ci dà l'illusione di comunicare:   Con chi ?   Che cosa ?

A chi interessa veramente ciò che abbiamo da dire ?

A chi interessa anche quello che sto scrivendo ?

Non è ora di aprire gli occhi ?!

Questo è un processo di drastica sterilizzazione delle risorse, delle energie creative, che mortifica lo slancio vitale ed esistenziale, che offende la dignità di essere persone.

Siamo una maggioranza senza parola, che non trova spazio nell'ambito dei partiti politici, dove vale il potere del più forte o di chi c'era già, e dove anche un piccolo spazio conquistato deve fare i conti con le regole del gioco politico e istituzionale: ci penserà quello a devastarti, a spuntare qualsiasi arma o iniziativa.

La cosa più stupefacente è che questo universo politico-economico riesce a trovare consenso nelle masse, che servono solo da cassa di risonanza e di sostegno del potere.

Il risultato di questo sistema è la paralisi, l'annientamento delle persone, la loro totale alienazione.

Di fatto è la riproposizione di sistemi totalitari, attuati con altri strumenti e modalità.

Se siamo in qualche modo interessanti per il potere, è solo nella misura in cui possiamo essere usati o sfruttati, o solo in quanto consumatori.

Il sistema non ha cuore né anima, ci userà, ci sfrutterà e ci sputerà come scarti.

Non illudiamoci !

E poiché tutto ciò che esiste è caratterizzato dal limite e dalla necessità della rigenerazione, un sistema che non pone limiti al suo potere ed arricchimento, è destinato a produrre danni incalcolabili e tragedie.

È un sistema desertificante e disumanizzante, proprio nell'essere monotematico: profitto e ancora profitto.

È come mettere il pulsante della bomba atomica nelle mani di un bambino di due anni.

Dobbiamo renderci conto che siamo in lotta urgente con il tempo, che ne abbiamo poco.

Il "mostro" cresce ad ogni momento ed attualmente non esiste un potere alternativo capace di tenergli testa o di stemperarne gli appetiti.

Capiremo che è in gioco la nostra stessa sopravvivenza, che saremo divorati ?

Ci affanniamo, giustamente, a creare e desiderare un mondo migliore per i nostri figli: altri stanno operando per devastarlo, quel mondo.

L'iniziativa del "mostro" ha effetti devastanti sulle nostre vite, sugli spazi, sull'ambiente, sulla società.

 

Mi resta solo un interrogativo: che senso ha un urlo nel deserto ?

 

Orwell, "1984":  il "grande fratello" sta trionfando sulle nostre vite:   ci sta bene così ?   Faremo finta di niente ?

 

Luciano Galassi

(7.12.2013)

 

 

 

 

CI HANNO RUBATO LA LUCE DELL'ANIMA

 

Ci hanno rubato la luce dell'anima, l'hanno fatto a puntate decise, a tappe forzate, con la brama di renderci uguali a loro, normali e confusi, presuntuosi e dipendenti, remissivi e violenti, certi dell'incerto.

Avrebbero potuto lasciarci in pace, a brancolare nella luce, avrebbero potuto lasciarci bambini, con il tutto delle nostre piccole cose, avrebbero potuto avere pietà di noi, e salvarci dalla loro ansia di redenzione, per quello che, dicevano, il nostro bene.

L'hanno fatto per noi, perché non si spegnesse la "civiltà", quella costruita con la forza e il sangue, con la creatività delle armi e della "scienza", conquistando e convertendo all'unico verbo giusto, dimenticando però presto quale fosse, perché scritto nei libri e non nel cuore.

Avrebbero potuto dirci di essersi smarriti e lasciare che fosse la vita a parlare, sebbene non avesse frequentato le loro scuole di alta sapienza.

 

E se preferissimo gli insegnamenti del vento, del sole, di un fiore che sboccia, si offenderebbero ?

Se dicessimo loro di convertire i folli piani militari in umanità, proverebbero fastidio ?

Se si accorgessero, finalmente, dello scontento, del vuoto, della finzione che si portano dentro, riuscirebbero a cambiare strada ?

 

Oltre il loro mondo c'è una cosa sicuramente "terribile", "inaffidabile" e "imperfetta":   la VITA !

Ma solo loro sanno come va "corretta"...

 

Qualcuno glielo doveva dire, anche con una sola parola:  BASTA !

 

Luciano Galassi

(4. 11. 2012)

 

La vita è appena un passo più in là dei nostri pensieri, "sepolta" sotto di essi.  Senza pensieri, "esistiamo" ancora ?

 

 

TRAGICI, EVANESCENTI

[ a futura memoria ]

 

Trionfanti, evanescenti / tribù di nuova stirpe / pieni di certezze / false e inconcludenti.

Chiediamo solo vita / e rispondono col PIL.

E fissano le regole / per poi dimenticarle / accendono speranze / e ci regalan sangue.

Falsi e ridenti / camminano sui tacchi / sensibili soltanto / ai loro portafogli.

E se ci benedicono / è solo per errore / le lacrime han venduto / per fare affari d'oro.

La spada di Brenno / l'hanno comprata loro / l'hanno rimessa a nuovo / e non potendo urlare / l'antico " Guai ai vinti ! " / per cinico pudore / la chiamano equità.

Così poi ci trascinano / al gioco che gli piace / un ibrido trastullo / per gonzi sulla via.

Scintilla un nuovo affare / assai ben camuffato / con le parole giuste: e sia democrazia !

Dove non conti niente / ma se ne parla tanto / fioccano le promesse / si accendono le luci / e dietro ai denti d'oro / nessuna umanità.

Si son mangiati tutto / ma hanno ancora fame / ci succhiano anche il sangue / pulendosi la bocca.

Si son specializzati / in gabbie tutte d'oro / con piume vellutate / e climatizzatore.

Ti costa la tua vita / ma puoi pagare a rate / oppure con cambiali / che sconteranno i figli / pagando con le lacrime / e la loro dignità.

Trovano sempre servi / pronti ad operare / schiavi assai felici / meschini inconsapevoli / triste maggioranza / che dicon silenziosa / ma sordo il cuore è in petto / con tanta falsità.

L'inferno è proprio questo / se hai perso anche il sorriso / mentre il mondo è spaventato / ad arte da chi sa.

Il terrore è solo / un'altra oscura strategia / per risucchiarci l'anima / e far smarrir la via.

Terrore planetario / fatto su misura / vite regalate / per gentile concessione.

E se ormai alla fine / non resta proprio niente / anche con i nostri denti / faranno una collana / da indossare a vanto / proprio sopra il gilet.

Mai più si benedica / la loro carne marcia / e si liberi dal giogo / l'intera umanità.

 

Luciano Galassi

(6.11.12)


 

FUGGE LA VITA

 

a Giorgio Gaber e alla eredità del suo spirito libero ]

 

In questa gabbia senza più colore

cresce il portafogli

e il cuore ogni giorno muore.

Muore di tristezza

muore la speranza

tra queste quattro mura

dove il mondo c’è per finta,

chiuso in grigie scatole solitarie

e bocche senza sorriso.

 

Sterile muore l’anima

e crescono i milioni.

 

Ma che se ne faranno

in un mondo spento e finto

con le loro pasticchette

per domare la depressione.

 

Fugge via la vita,

non ve ne siete accorti,

fugge da questo gelo

dai vostri calcoli e profitti.

Lascia le vostre mani

pronte per graffiare

cerca sentieri nuovi

con un sogno da attecchire.

Farà a meno di voi,

scapperà dal vostro cuore,

in cerca di luoghi fertili

ricchi di calda gioia

e profumati e freschi

come fiori.

 

Luciano Galassi

(21.1.13)


 

Tragica “ Sorella Aridità “

il nostro "potere" di creare deserto,

noi, artefici di aridità ...  

 

"Il pianto della Terra" - scultura di Luciano Galassi
"Il pianto della Terra" - scultura di Luciano Galassi

 

[ alcune riflessioni ]

 

Un sasso, molto particolare, che ho trovato in campagna ...

Disordini nello stato di INCIVILINSANIA.

 

E' possibile che uno Stato democratico, parlamentare, costituzionale, possa ancora esprimersi attraverso la violenza e la brutalità ?

E' questo il viso che intende mostrare al popolo sovrano ?

Non è il fallimento dell'essenza stessa di uno Stato civile ?

Per la barbarie da trogloditi, non c'è più posto, e lo Stato deve dare l'esempio:  ne va della sua credibiiltà ...

 

 

L’Occidente è una nave cha sta colando a picco, la cui falla è ignorata da tutti. Ma tutti si danno molto da fare per rendere il viaggio più confortevole.
                                                Emanuele Severino 

 

Si potrebbe forse aggiungere che l'Occidente è anche colmo di disperazione ... ma non lo sa.

 

 

Un vivo senso di oppressione, in questi sofferti giorni di gran caldo …

Chissà che la vita, il mondo, non ci vogliano accanto a piangere, vicino al loro letto di sofferenza.

Ma a chi interessa ?

Come può rispondere, chi si rifugia, fuggendo, dentro ambienti “climatizzati” ?

Stranamente prima si diceva “condizionati”, e ci si trovava quasi il senso di una imposizione.

“Condizionare” ha una accezione negativa e vi emerge il senso di un intervento “violento”. Ma è più onesto e vero …

“Climatizzare” comporta una manipolazione, che imbroglia il senso dei fatti, visto che vorrebbe far apparire l’intervento come nell’ordine delle cose.

“Climatizzare” sembra ovvio, scontato, “naturale”.

Ma così si fugge dalla percezione della realtà, dal senso di un qualche “guasto” che ha afferrato il mondo, la natura.

“Climatizzando”, lasciamo il mondo a soffrire da solo, ce ne tiriamo fuori, ignorando il “sintomo”, come se non ci riguardasse, non lo interroghiamo.

Cerchiamo e creiamo la nostra illusoria e privata “isola felice”, percependo il mondo come “cattivo”.

 

Questo caldo oppressivo ci lascia inermi e “crocifissi”: chissà che percepirne tutta la “sofferenza” e inadeguatezza alla nostra vita, non ci conduca verso un interrogarci, anziché scappare ? …

Chissà che il mondo non sia più in grado – se non con grande difficoltà – di prendersi cura di noi.

Oppure vorremmo dire che darci cibo, luce, acqua, aria, pioggia, terra … non sia anche prendersi cura ?

Ma se tutto questo è percepito come “meccanismo”, non c’è neppure necessità di riconoscenza; e infatti …

Per noi il mondo è solo una cosa o un insieme di cose, separate da noi, e con le quali non ci relazioniamo, non ce ne preoccupiamo, salvo usarle sino in fondo. Ognuno vuole la sua fetta …

La mia vita qui, e il mondo là:   pura follia condivisa, e perciò “normale”.

Il mare là, il bosco, la montagna e il lago lassù, e poi il sole e il cielo …

Tutto fatto a pezzetti: ed è proprio ciò che stiamo facendo.

Del resto, “prendersi cura”, ha per noi solo una funzione prevalente di utilità.

“Dominare, sottomettere il mondo”, di biblica memoria, ci sta conducendo verso il disastro, non verso l’emancipazione.

C’è da avere paura .. o da far finta di niente.

L’importante è darsi un tono di avere tutto sotto controllo e mantenere una trionfante “normalità” !

 

Naturalmente non prendete sul serio le mie parole, e affidatevi alla voce autorevole della scienza …

 

THE SHOW MUST GO ON !

 

Luciano Galassi

(28 luglio 2012)

 

PICCOLI SEGNALI DI SPERANZA

 

Presso la contrada "Ponticellu", nella frazione Castel San Venanzio di Serrapetrona (MC), accanto al "Museo del Casale", sulla civiltà contadina, un cartello pieno di illuminante speranza ...   Grazie !

 

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