TERRA SORELLA   

(in memoria dei contadini)

 

Si può non amare la fonte della propria vita, quella del grano e del pane, per sé, i propri cari e i propri figli ?

Fonte chiara e visibile, conosciuta palmo a palmo, terra che per tanti contadini non è mai diventata propria, non perché non lo volesse la legge della terra, ma quella degli uomini, per la quale i legami cresciuti nei giorni e nelle notti non contano, legge che profana, che devasta, che ruba legalmente il farsi delle radici del cuore, che usa, che aspetta che si riempiano i magazzini della fatica altrui.

Senza rispetto, con la forza spietata dei contratti.

Due pesi e due misure, con un sorriso imbiancato e falso, due razze, persino.

Privilegi che non danno autentica dignità, neppure nelle sfilate domenicali, col cappello e il bastoncino, e la dama al guinzaglio, col cappellino e l'ombrello ricamato.

Neppure le lacrime si assomigliano, e pure la divinità è lacerata e non è la stessa.

Due cieli, due paradisi, e la finzione dell'uguaglianza, con chi è chiamato a possedere e chi ha solo il sangue delle proprie braccia.

E allora si fa finta che non può che essere così, tra chi decide e chi ubbidisce, tra chi nasce sempre ultimo e chi pretende un rispetto amaro, distillato con la paura.

Ed è sempre una fraternità negata, dove gli sguardi non s'incontrano, dove la distanza è incolmabile e distrugge tutti i ponti, dove è difficile ogni ravvedimento.

E allora, contadino, ti si ruba persino dentro l'anima, non solo la fatica.

E sai di guardare un orizzonte che non t'appartiene.

E se parli di notte con la terra che dorme, se osservi i fiori che si aprono sulle piante, le spighe che si gonfiano sotto il sole, se il tuo cuore è toccato dal depositarsi dei giorni, se gli animali riconoscono il suono della tua voce, sappi che tutto questo è niente, che nessuna legge è fatta per pesare i diritti del cuore che matura e tutelare l'anima.

Eppure la terra non ti negherà il suo ultimo abbraccio, a sigillare un legame che non ha potuto dare frutto, non per tua volontà, forse, ma per un cammino umano che non ha ancora saputo trovare la direzione della sacralità dell'esistenza, che non è ancora approdato al regno lieve dove ciascuno è finalmente sovrano e fratello.

 

Luciano Galassi

(30 settembre 2014)



NOTTE DI LUNA  

(le parole non dette)

 

Ciao terra,

ciao terra.

 

Ciao a te terra generosa

terra che respiri

e risplendi come rosa,

terra del mio sudore

e delle mie lacrime.

 

Ciao terra,

ciao terra.


Terra a piedi scalzi

spighe di grano e pane

terra dei bambini

il caldo dei camini.

 

Terra viva e felice

terra di canto

che risplendi di luna

nelle notti di agosto

terra che nutri

terra al suo posto.

 

Terra che è amica

terra ridente

polenta col vino

terra parente.

 

Terra di fiori

terra di vita

terra preziosa

terra infinita.

 

Terra silenzio

terra di luna

terra di figli

terra di piuma.

 

Terra colma di grazia

e di profumo

terra che preghi

terra di ognuno.

 

Quante le stelle

del firmamento

aprite gli occhi

e ascoltate il suo canto.

 

Luciano Galassi

(30 settembre 2014)

"Mietitura 1959" - Foto M° Corrado Vidau

"Mietitura 1959" - Foto M° Corrado Vidau

"La vendemmia" - dipinto di Giuditta Battistoni - "Battisty"