PREGHIERA DELLA LUCE

 

 

Premessa

 

Se la scienza ha focalizzato tutto il suo interesse su ciò che può essere osservato e misurato, e ritiene che solo questo la renda attendibile, io credo serva anche andare al di là di questo, immergersi in ciò che "sfugge" all'analisi, agli strumenti, ai calcoli matematici, senza avere timore di sconfinare nel "soggettivo", nel non dimostrabile, nell'inattendibile.

 

 

Preghiera della Luce

 

Luce che tutto ami e pervadi, che nulla escludi, che a tutto doni vita.

Luce afflato di vita. Luce regina del miracolo. Luce silenziosa ed eterna.

Luce fiume che consoli.

Luce fluente e cristallina, fonte di soavità e speranza, di compassione e incanto.

Luce che lavi i nostri corpi con acqua purissima,

che porti energia e sollievo.

Luce che gridi nella notte, infaticabile e sacra.

Luce braccia aperte e amorevoli.

Luce che partorisci la notte e doni un cuore a ciò che vive,

cuore dove hai riposto i tuoi segreti, la scala per salire al cielo.

Luce straordinariamente generosa,

capace di infinito amore e dolore per ogni vita.

Luce che vegli accanto ad ogni piccolo nato,

e sostiene il capo di chi ci lascia.

Luce che hai condensato un mondo, di sostanza e relazione, in un piccolo seme.

Luce che hai investito di consapevolezza questa carne che respira e che osserva, trepidante e grata, il cielo del tuo manifestarti.

Carne che sente la tua presenza e invoca il tuo aiuto

e la tua benedizione in questo cammino terreno,

navicella trepidante, fragile ed ispirata,

in cerca di un significato e di un respiro.

Carne che cerca gioia e pace.

Carne a cui hai donato le mani, gli occhi,

e un'insaziabile sete di conoscenza.

Sete della tua fonte, del tuo abbraccio.

Carne a cui tutto è donato, in una regalità spesso dimenticata e pervertita in irriconoscenza, devastazione o violenza.

Carne che sogna una trasfigurazione, una liberazione dai fardelli del pensiero educato.

Luce di cui ogni cosa è un glorioso riflesso, a volte ignorato, tanto da trasformarci in ciechi tormentati.

 

La piccola scatola del cuore contiene a volte segreti rigorosamente intimi, afflati e carezze che forse mai verranno rivelati, e che pure hanno preso forma nell'infinito scenario dell'essere.

 

C'è una cosa che restituisce il senso dell'essere creature limitate e gloriose, consapevoli della riconoscenza e della precarietà dell'essere vivi e bisognosi:  la preghiera, figlia dell'umiltà e veicolo di trasfigurazione e dignità.

Luce che ci hai posto in cammino, nella libertà e nella gratitudine.

 

La vita è una preghiera e un canto, che sgorgano composti e gloriosi, spontanei e traboccanti.

E l'ergersi della luce, preghiera e canto.

È il farsi della vita, preghiera e canto.

Nel silenzio, nella gioia, nel pianto.

 

La vita è fondamentalmente Mistero, e tocca a noi avventurarci al di là delle apparenze, scorgere ciò che non si vede e che pure pulsa dentro di noi.

Ciò che parla nel nostro cuore dà senso e significati differenti al nostro essere qui.

Ci si sente parte di un infinito abbraccio, di un flusso vitale e generoso, che ci dona la dignità di figli e di artefici, nell'umiltà e nella forza radiosa.

 

Luciano Galassi

(29 luglio 2014)