NON MI PIACE "MI PIACE" ( e chi se ne .... )

 

"Mi piace" ha la stessa leggerezza di una pietra tombale !

"Mi piace" è la fine di ogni possibilità di dialogo, chiude il discorso, prendendoci in giro.

È come non si avesse detto e scritto nulla.

È accettare di usare una formula (stupida) messa a disposizione da altri, come non fossimo capaci di formularne una nostra.

È uno sterilizzatoio.

A chi scrive o presenta qualcosa, non torna niente, non un sentimento particolare, non uno spunto, uno stimolo per approfondire, non l'inizio di un dialogo.

È la stessa, identica, dilagante "risposta", come se tutto fosse uguale a tutto.

È come impermeabilizzare la sensibilità e l'anima affinché nient'altro filtri.

Si passa da un "Mi piace" ad un altro "Mi piace", appiattendo tutto, banalizzando tutto.

Scrivere "Mi piace" ci libera dalla necessità di pensare: è come quando si chiede a qualcuno "Come va ?", a cui non ci si aspetta nessuna risposta e per cui non vogliamo essere coinvolti, mentre noi ci sentiamo tanto brave persone.

Ci lascia la (falsa) impressione di non essere stati indifferenti, di aver dimostrato una grande sensibilità, di aver dato il nostro "obolo", mentre abbiamo cortocircuitato il cervello.

 

Perché ti piace, lo fai sapere anche a me ?

Oppure pensi di non avere un tuo punto di vista ?

C'è nessuno dietro il "Mi piace" ?

 

E, per favore, nessun "Mi piace", per questo...

 

Luciano Galassi

(21 maggio 2014)

 

 

"In quale altro modo, invece, potremo valutare un'idea ?

È un'idea fertile, feconda ? Ci fa pensare ? Ci sorprende ? Ci traumatizza? Ci fa interrompere delle abitudini e ci dà un lampo di riflessione ?  Ci fa piacere pensarci ?  Sembra profonda, importante ?    Ci fa venire il bisogno di raccontarla ?   Si esaurisce subito ?"  

                                                            James Hillman